Fwu Life Insurance Lux: assicurazione vita
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Truffa dei resi: come difendersi
Ormai quasi tutti ci siamo trovati nella situazione di acquistare un prodotto online e, una volta ricevuto, non essere soddisfatti, decidendo quindi di restituirlo. Quello che dovrebbe sembrare un processo semplice e lineare, tuttavia, può facilmente trasformarsi in un incubo. Infatti, sempre più frequentemente, la restituzione di un oggetto acquistato online può essere il punto di partenza per quella che è conosciuta come la "truffa del reso". In particolare, i pacchi restituiti arrivano vuoti a destinazione, specialmente quando si tratta di prodotti tecnologici, come telefoni e dispositivi elettronici
Quando si acquista un prodotto online, la legge europea offre un diritto fondamentale al consumatore: il diritto di recesso, che consente di restituire l’acquisto entro 14 giorni dalla ricezione senza dover fornire una motivazione. Tuttavia, per poter usufruire di tale diritto, ci sono due condizioni fondamentali da rispettare:
- L’acquisto deve essere effettuato da un consumatore, ovvero da una persona fisica che acquista da un venditore professionale. Contratti tra privati o tra imprese non sono inclusi.
- L’acquisto deve essere avvenuto online o comunque a distanza, come tramite telefono, televendite o vendite sulla pubblica via.
Purtroppo, uno degli aspetti più insidiosi di questa pratica è la crescente diffusione delle truffe legate al diritto di reso.
Il consumatore, dopo aver deciso di restituire il prodotto acquistato, rispedisce l'articolo al venditore. Tuttavia, nel processo di restituzione, il pacco arriva a destinazione vuoto. È estremamente difficile per il consumatore dimostrare di aver effettivamente inviato il prodotto, il che rende quasi impossibile ottenere il rimborso.
Le cause di questa truffa possono essere varie: la frode può avvenire durante la spedizione, quando chi trasporta il pacco decide di sottrarne il contenuto; oppure, può accadere che il pacco venga manomesso in magazzino. Talvolta, è possibile che chi invia il reso faccia una truffa nei confronti del venditore, spedendo un pacco vuoto. In ogni caso, è complicato stabilire quando e dove avviene esattamente la frode.
Ecco alcuni consigli pratici per proteggersi:
- Annotare il numero di serie: Quando si restituisce un prodotto elettronico, è sempre una buona pratica annotare il numero di serie che si trova sulla scatola del prodotto. Questo codice identificativo è fondamentale per bloccare il dispositivo in caso di furto e per dimostrare che il prodotto è stato restituito.
- Imballaggio sicuro: Quando si imballa l'oggetto per la restituzione, è consigliabile utilizzare scatole integre e ben sigillate, magari con uno scotch anti-effrazione. Inoltre, è utile fotografare il pacco mentre è su una bilancia per avere una prova del peso e del contenuto.
- Assicurazione sulla spedizione: Per evitare spiacevoli sorprese, un'assicurazione sulla spedizione può rappresentare una soluzione. In caso di furto o danno durante il trasporto, l'assicurazione consente di ottenere un rimborso, almeno parziale, del valore dell'oggetto.
Reggio Emilia, l’U.Di.Con chiede chiarimenti sulla qualità dell’acqua
La responsabile dell’U.Di.Con di Reggio Emilia Elena Dall’Olio ha espresso forte preoccupazione per la qualità dell’acqua potabile nella città, dopo le recenti segnalazioni emerse dall’indagine pubblicata da Greenpeace. Come associazione a tutela dei consumatori, abbiamo ritenuto necessario intervenire per ottenere chiarezza e rassicurazioni sulla sicurezza dell’acqua che arriva nelle case dei cittadini.
In particolare, la ricerca ha evidenziato la presenza di PFAS in un campione prelevato a Reggio Emilia, un dato che ha destato allarme tra la popolazione. Per questo, ci siamo attivati immediatamente chiedendo spiegazioni ad ARCA, il nuovo gestore del Servizio Idrico Integrato, per comprendere meglio la reale situazione e se vi siano rischi concreti per la salute pubblica.
ARCA, nella sua risposta, ha ribadito che i controlli effettuati dal 2017 a oggi dimostrano livelli di PFAS ben al di sotto del limite di legge, e ha invitato a evitare allarmismi, sottolineando che la qualità dell’acqua a Reggio Emilia è ottima. Tuttavia, riteniamo fondamentale mantenere alta l’attenzione su questo tema, garantendo che i cittadini siano informati e che i controlli vengano eseguiti con la massima trasparenza.
Antitrust contro le offerte di Poltronesofà che “terminano domenica”, avviata istruttoria
Secondo l’Autorità, la società non indicherebbe in modo corretto i prezzi e gli sconti pubblicizzati durante le campagne promozionali diffuse attraverso TV, radio, social media e internet
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Poltronesofà S.p.A. per possibile pratica commerciale scorretta. Durante le campagne promozionali diffuse attraverso TV, radio, social media e internet, infatti, la società non indicherebbe correttamente i prezzi e gli sconti pubblicizzati. In particolare, Poltronesofà - nell’ambito di continue campagne promozionali - enfatizzerebbe l’esistenza e la convenienza di prezzi ribassati e di percentuali di “sconto” - tra l’altro “a termine” (ad esempio con lo slogan “termina domenica”) - calcolati rispetto a ben più elevati “prezzi pieni” che, nella sostanza, non verrebbero mai o quasi mai applicati dalla società. In tal modo Poltronesofà indurrebbe il consumatore ad acquistare i divani in promozione e ad assumere una decisione commerciale che altrimenti non avrebbe preso.
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Il rinnovo automatico è lecito?
Il rinnovo automatico di un abbonamento, presente in molti contratti di servizi come quelli per la pay-TV, le piattaforme di streaming, le palestre o le polizze assicurative, è un tema che solleva non poche questioni legali e di equità. Questi rinnovi, definiti taciti, comportano che un servizio venga rinnovato per un ulteriore periodo alla scadenza, senza che il consumatore debba fare nulla, a meno che non decida di disdire il contratto in tempo.
Il rinnovo automatico di un contratto non è di per sé illecito, ma deve rispettare alcune condizioni fondamentali per essere considerato legittimo. Innanzitutto, se un contratto prevede il rinnovo automatico, questo deve essere esplicitamente indicato, e le parti coinvolte (fornitore e consumatore) devono essere consapevoli delle condizioni che regolano tale rinnovo. In genere, il contratto si rinnova a tempo indeterminato, con la possibilità di disdetta da parte di una delle due parti.
Il problema sorge quando i consumatori, al momento della firma, non prestano attenzione a tutte le clausole del contratto, e si accorgono del rinnovo solo al momento del pagamento. Le normative esistenti prevedono che la trasparenza sia garantita, in modo che nessuna parte del contratto venga omessa o nascosta.
Secondo il Codice Civile italiano, chi predispone moduli prestampati deve rendere particolarmente evidenti le condizioni contrattuali, inclusi gli eventuali rinnovi automatici. In particolare, le clausole vessatorie, quelle che potrebbero creare uno squilibrio tra le parti, devono essere evidenziate e sottoposte a una seconda firma, in modo che il consumatore possa prendere atto delle condizioni che potrebbero rivelarsi svantaggiose. Se una clausola di rinnovo automatico non è correttamente sottoscritta o non è stata adeguatamente evidenziata, essa è considerata illegittima.
Un'altra situazione di criticità si verifica quando il termine per la disdetta è troppo anticipato rispetto alla scadenza del contratto. Ad esempio, se un contratto annuale di pay-TV prevede che il cliente debba disdire sei mesi prima della scadenza, questo periodo potrebbe essere considerato eccessivo. Viceversa, in contratti a lunga durata, come quelli per la manutenzione di ascensori, sei mesi di anticipo per la disdetta potrebbero essere considerati ragionevoli.
Se ci si trova di fronte a un rinnovo automatico non desiderato o se le condizioni contrattuali non sono chiare, è sempre consigliato rivolgersi a un esperto che possa esaminare il contratto e chiarire se vi sono condizioni vessatorie o se il termine di disdetta è eccessivo. Inoltre, è fondamentale fare attenzione alle comunicazioni inviate dall'azienda, soprattutto quando si avvicina la scadenza di un contratto con rinnovo tacito, per non trovarsi a pagare un servizio non più utile o vantaggioso.
Quando la banca deve risarcirti l’intera somma in caso di truffe online?
Stop alla riforma Salvini sul codice della strada
La riforma del Codice della Strada promossa da Matteo Salvini, che aveva suscitato un acceso dibattito pubblico, subisce ora un colpo di scena inatteso. La Corte di Cassazione, infatti, ha bloccato una parte cruciale delle disposizioni riguardanti i test antidroga, mettendo in discussione l’efficacia di alcune delle misure introdotte. Questo intervento potrebbe portare a una revisione di diversi aspetti della normativa.
Fin dall’introduzione della riforma, il dibattito si è concentrato soprattutto sulle sanzioni, rese decisamente più severe per contrastare comportamenti pericolosi al volante. Tuttavia, a uno sguardo più attento, le innovazioni normative appaiono meno radicali di quanto si possa credere. Tra gli aspetti più rilevanti vi era la possibilità per le Forze dell’Ordine di sottoporre i conducenti a test antidroga anche in assenza di evidenti segni di alterazione.
Questo punto ha però sollevato dubbi e controversie, in particolare per il rischio di sanzioni a chi assume farmaci prescritti. La soluzione proposta era semplice: avere con sé il piano terapeutico o una ricetta medica. Tuttavia, proprio questa disposizione è finita sotto esame, portando all’intervento della Cassazione.
La sentenza della Corte di Cassazione ha stravolto la normativa sui test antidroga. Il motivo? Né l’esame delle urine né altri test rapidi sono considerati pienamente affidabili per determinare se una persona stia guidando sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Secondo la Cassazione, solo gli esami del sangue possono fornire un’indicazione certa.
Questo rappresenta un problema significativo, perché i test ematici sono più complessi, costosi e richiedono tempi più lunghi. Tuttavia, la loro precisione li rende indispensabili per evitare il rischio di sanzioni ingiustificate o errori di valutazione.
Bollette: anche i clienti vulnerabili potranno accedere alle tutele graduali
Esenzione Canone Rai
Truffa false convocazioni giudiziarie
Mondo Convenienza sotto accusa per prodotti difettosi
Bonifici istantanei: cosa cambia?
Da domani (09/01/2025) non ci saranno più costi extra per chi fa i bonifici istantanei, a prescindere dall’istituto bancario. E le banche, tutte, saranno obbligate a riceverli.
Le nuove norme europee rivedono infatti la direttiva sui pagamenti allo scopo di facilitare a consumatori e imprese l'accesso a uno strumento fino ad oggi gravato da un sovra costo (a volte una somma fissa, altre una fissa più percentuale con un esborso che può arrivare oltre i 2 euro) e non sempre diffuso capillarmente.
Un bonifico immediato infatti può essere disposto a qualsiasi ora del giorno e della notte e 365 giorni all'anno laddove uno ordinario si limita ad alcune ore dei giorni feriali. In questo modo si può usare per acquisti in un negozio e permette alle imprese di disporre subito del denaro. In prospettiva gli istantanei potranno sostituire quote dei contanti e degli assegni e fare concorrenza alle carte di pagamento.
Le regole Ue peraltro prevedono un ulteriore passo il 9 ottobre 2025: l'obbligo per le banche non solo di ricevere i bonifici istantanei, ma anche di offrire il servizio ai propri clienti per consentirne una ulteriore espansione. Inoltre ci sarà l'obbligo di verifica (ovvero la corrispondenza fra Iban e nome del beneficiario) allo scopo di accrescere la fiducia nello strumento che viene visto come un ulteriore tassello per un mercato unico dei pagamenti europeo
«Salve, posso parlarle un attimo?»
La truffa inizia con un messaggio semplice: «Salve, posso parlarle un attimo?». Dietro a queste parole si nasconde una rete di truffatori che utilizzano numeri internazionali, spesso dall’India, per contattare potenziali vittime. Dopo aver avviato una conversazione, propongono un metodo facile per guadagnare: mettere “mi piace” su post di Instagram o video di YouTube. All’inizio, le vittime ricevono piccoli compensi, il che fa sembrare l’attività legittima. Tuttavia, questi soldi provengono da altre vittime e non dai truffatori stessi, creando un ciclo di inganni.
Quando le vittime si sentono al sicuro e fiduciose, i truffatori chiedono di effettuare dei versamenti, promettendo rendimenti maggiori. Per esempio, versando 400 euro, si garantisce un ritorno di 500 euro o più. Tuttavia, una volta effettuato il pagamento, i soldi spariscono e le vittime non ricevono nulla in cambio. I truffatori giustificano la mancata restituzione con scuse come problemi tecnici o ritardi imprevisti.
Oltre alla perdita economica, chi partecipa a questi schemi rischia di diventare, senza saperlo, un complice del riciclaggio di denaro. Le banche potrebbero rilevare attività sospette e bloccare i conti, esponendo le vittime a ulteriori complicazioni legali e finanziarie.
Per evitare di cadere vittima di questi inganni, è importante seguire alcuni accorgimenti:
•Non fidarsi di messaggi da numeri sconosciuti che promettono guadagni facili.
•Evitare di condividere informazioni personali o bancarie con persone sconosciute.
•Segnalare eventuali tentativi di truffa alle autorità e bloccare i contatti sospetti.
Il Money Muling è solo una delle tante truffe che circolano su WhatsApp e altre piattaforme. Essere informati e mantenere alta l’attenzione sono i migliori strumenti per difendersi da queste minacce.
''Le telecomunicazioni dalla parte del consumatore" - iniziative in collaborazione con il Corecom Emilia Romagna, anno 2024
PUBBLICITA' INGANNEVOLE
TELECOMUNICAZIONI E RISCHIO TRUFFE COME DIFENDERSI
TRUFFE DEL WEB: NAVIGAZIONE CONSAPEVOLE USO CORRETTO DEI SOCIAL
MODENA - VENERDI' 6 DICEMBRE ORE 15.00
FERRARA - MARTEDI' 10 DICEMBRE ORE 15.00
REGGIO EMILIA - MARTEDI' 10 DICEMBRE ORE 18.30
Natale con i rincari
IT WALLET: da oggi patente digitale e tessera sanitaria sul telefono
Dopo mesi di sperimentazione, da oggi mercoledì 4 dicembre, il portafoglio digitale IT-Wallet è disponibile per tutti i cittadini italiani. Sarà così possibile caricare gratuitamente sull’app IO (l’app dei servizi pubblici, disponibile per Android e iOS) la versione digitale della patente di guida, della tessera sanitaria o tessera europea di assicurazione malattia e della carta europea per la disabilità (per chi ce l’ha) tramite SPID o CIE. La carta d’identità verrà aggiunta in un secondo momento, ma non c’è ancora una data ufficiale.
Se non possiedi le credenziali SPID, noi di U.Di.Con. ti assistiamo nell’ottenimento e nella configurazione del tuo SPID per accedere a tutti i servizi digitali disponibili.
La nuova funzionalità di fatto elimina la necessità di portare con sé i documenti fisici, ma non è obbligatoria e non invalida la versione cartacea dei documenti caricati. Per l’attivazione e l’uso del portafoglio digitale basta scaricare l’app IO, effettuare l’accesso e usare la funzione che consente l’aggiunta di documenti.
All’avvio dell’app IO (già scaricata e configurata sullo smartphone) basta cliccare sul link “Inizia” che si trova nell’avviso “Novità: Documenti su IO”. Una volta selezionato il metodo con cui identificarsi (SPID, CIE + Pin o CIEID), basta seguire le indicazioni sullo schermo per portare a termine il processo di verifica. Dopo essersi assicurati che i dati inseriti sono corretti, premere su “Continua” e “Aggiungi primo documento”. A quel punto occorre selezionare il documento che si intende aggiungere al portafogli digitale (patente di guida, tessera sanitaria, ecc.) e premere nuovamente “Continua”. Quindi cliccare su “Aggiungi al portafoglio” per aggiungere uno degli altri documenti disponibili con IT-Wallet.
Attualmente non è possibile usare i documenti caricati su IT-Wallet in assenza di connessione Internet. Non serve fare uno screenshot per aggirare il problema, poiché i documenti caricati hanno valore legale solo nel momento in cui vengono mostrati dall’apposita sezione dell’app IO.
Per mostrare un documento basta accedere all’app IO sullo smartphone, toccare la voce “Portafoglio” e selezionare il documento che si desidera mostrare cliccando su “Mostra certificato di autenticità”. In questo modo, le autorità potranno leggere i dati tramite la scansione del codice QR che comparirà a schermo.
In particolare, per quanto riguarda la versione digitale della patente, è possibile usarla al posto del documento fisico in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, ma solo a condizione che i controlli avvengano su territorio italiano. In futuro sarà possibile usare la patente digitale anche fuori dai confini nazionali.
Se, a seguito del controllo, si dovesse incorrere nel ritiro o nella sospensione della patente di guida, si dovrà consegnare agli agenti il documento materiale e, se non lo si ha con sé, bisogna recarsi quanto prima nel più vicino commissariato per provvedere. Una volta registrato il provvedimento, sulla versione digitale della patente comparirà la dicitura “Revocata”.
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A partire dal 1° gennaio 2025, gli automobilisti italiani potrebbero dover affrontare un nuovo rincaro legato alle sanzioni per violazioni al Codice della Strada. Dopo due anni di sospensione, torna infatti in vigore l’adeguamento biennale delle multe all’inflazione, come stabilito dall’articolo 195 del Codice della Strada. L’incremento previsto è del 6%, ma potrebbe essere anche più elevato.
La rivalutazione delle sanzioni colpirà diverse infrazioni comuni, con rincari che vanno da pochi euro per violazioni minori fino a decine di euro per quelle più gravi. Tra gli esempi più rilevanti:
• Divieto di sosta: da 42 a 45 euro (+3 euro)
• Uso del cellulare alla guida: da 165 a 175 euro (+10 euro)
• Attraversamento con semaforo rosso: da 167 a 177 euro (+10 euro)
Superamento dei limiti di velocità:
• Tra 10 e 40 km/h: da 173 a 183 euro (+10 euro)
• Tra 40 e 60 km/h: da 543 a 576 euro (+33 euro)
• Oltre 60 km/h: da 896 a 947 euro (+51 euro)