La moda…circolare
Si è discusso a lungo della possibilità di riuso e riciclo nel settore della moda, uno dei settori più inquinanti per tutto il pianeta. Il risultato è che il 1° gennaio 2022 entrerà in vigore l’obbligo di riciclo, un’opportunità per ripensare il business e tracciare un percorso per altri settori.
Il modello al quale l’intero settore guarda per gli investimenti futuri è sicuramente quello dell’economia circolare: una grande percentuale delle aziende del tessile, infatti, sono tipicamente PMI radicate sul territorio, che hanno tutto l’interesse a rispettare e tutelare. Non più greenwashing quindi, ma un vero e proprio percorso che permetta di abbandonare le vecchie abitudini e riuscire a mantenere i fatturati senza consumare il pianeta. In questo ambito una parte importante sarà data dalle sfilate di moda (specialmente nei palcoscenici più rappresentativi come Parigi e Milano) dato che sono la stella polare per l’andamento del settore, nel bene e nel male.
In questo la Camera nazionale della moda italiana è un passo avanti rispetto alle associazioni di Francia, Londra e New York. Ha ideato i “Green Carpet Fashion Awards”, che si sono tenuti anche nell’anno della pandemia, con una formula digitale che ha avuto come palcoscenico virtuale la Scala di Milano, per l’occasione trasformata in un giardino, grazie alle tecniche di computer grafica.
La sensazione è che moltissime aziende di moda dovranno cambiare il loro marketing e le vecchie abitudini per abbracciare l’ecosostenibilità. La responsabilità sociale verso l’ambiente è diventata rapidamente un cardine e un pregio per moltissimi consumatori e i grandi marchi della moda, dal pret-à-porter al lusso, dall’abbigliamento agli accessori, passando per il fast fashion se ne sono resi conto immediatamente. E non più solo per quanto riguarda il marketing
“Progetto ConsumER net – associazioni in rete per la tutela dei consumatori” per l’anno 2021, con il contributo ex legge regionale 4 del 2017