Il governo italiano ha recentemente stanziato ulteriori 40 milioni di euro per sostenere i fornitori del Servizio Pubblico di Identità Digitale (SPID), con l’obiettivo di coprire le spese operative sostenute da questi provider nel garantire l’accesso all’identità digitale per milioni di cittadini. Questo finanziamento rappresenta un riconoscimento dell’importanza del ruolo svolto dai provider nel processo di digitalizzazione del paese. Attualmente, in Italia, operano 12 gestori autorizzati a fornire lo SPID, e fino al 3 marzo 2025 ne sono stati rilasciati quasi 40 milioni.

 

Questi dati evidenziano la crescente adozione dello SPID come strumento principale per l’accesso ai servizi online offerti dalla pubblica amministrazione e da enti privati. Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, ha sottolineato l’importanza del finanziamento allo SPID, evidenziando come il governo abbia ascoltato e risposto alle esigenze dei gestori dei server e dei cittadini che da anni si sono adeguati a questo metodo di riconoscimento online. Butti ha dichiarato che con questo decreto si riconosce il valore dello sforzo fatto dai privati per sviluppare e gestire un’infrastruttura essenziale per milioni di persone. L’obiettivo è rafforzare il sistema di identità digitale in un’ottica di efficienza e interoperabilità, garantendo continuità e sostenibilità agli operatori del settore.

La prossima transizione
Parallelamente al sostegno fornito allo SPID, il governo sta promuovendo l’adozione della Carta d’Identità Elettronica (CIE) e dell’IT Wallet. Fino ad oggi, sono state emesse 50 milioni di CIE, mentre la prima versione dell’IT Wallet, disponibile tramite l’app IO, è già utilizzata da circa 4,5 milioni di cittadini. L’IT Wallet rappresenta l’implementazione italiana del futuro portafoglio digitale europeo, la cui introduzione è prevista per il 2026. Questa strategia indica una possibile transizione dall’attuale sistema SPID verso un modello basato sulla CIE e sull’IT Wallet. La CIE offre funzionalità avanzate di sicurezza e autenticazione, mentre l’IT Wallet mira a centralizzare in un’unica applicazione diverse credenziali e servizi digitali, facilitando l’accesso e l’interoperabilità a livello europeo.

La CIE come principale stumento di identificazione
La decisione di stanziare ulteriori fondi per lo SPID potrebbe rappresentare l’ultimo contributo statale destinato a questo sistema di identità digitale. Con l’introduzione del portafoglio digitale europeo nel 2026, l’Italia potrebbe orientarsi verso l’adozione universale della CIE come principale strumento di identificazione digitale, integrato nell’IT Wallet. Questo cambiamento riflette l’obiettivo del governo di armonizzare le soluzioni di identità digitale con le direttive europee, garantendo al contempo efficienza, sicurezza e interoperabilità dei servizi pubblici e privati.

Il recente stanziamento di 40 milioni di euro a favore dei provider SPID evidenzia l’impegno del governo nel garantire la continuità del servizio nel breve termine. Tuttavia, la strategia a lungo termine sembra orientata verso una progressiva transizione verso la Carta d’Identità Elettronica e l’IT Wallet, in linea con le direttive europee sul portafoglio digitale. Questa evoluzione potrebbe portare a una maggiore integrazione e semplificazione nell’accesso ai servizi digitali per cittadini e imprese, consolidando l’infrastruttura digitale del paese e promuovendo una più ampia adozione delle tecnologie emergenti nel settore pubblico e privato.

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