Una nuova opportunità per chi ha debiti con il Fisco. La quinta sanatoria delle cartelle — inserita nella bozza della prossima legge di Bilancio — permetterà di regolarizzare le somme non versate all’erario o agli enti previdenziali nel periodo dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2023.
La misura esclude, però, le cartelle derivanti da accertamenti fiscali, che restano fuori dal perimetro della rottamazione.

I contribuenti potranno scegliere se saldare il debito:

  • In un’unica soluzione, entro il 31 luglio 2026;

  • Oppure a rate, fino a un massimo di 54 rate bimestrali di pari importo (non inferiori a 100 euro ciascuna).

Il piano di pagamento si estenderà quindi da luglio 2026 a maggio 2035, con l’applicazione di interessi del 4% annuo per chi opta per la rateazione.

Oltre alla sanatoria nazionale, la manovra lascia spazio anche a Regioni e Comuni, che potranno introdurre proprie forme di definizione agevolata per i tributi locali.
Gli enti potranno decidere, con appositi provvedimenti, di ridurre o eliminare sanzioni e interessi su alcune imposte di loro competenza.
Restano però escluse le imposte come Irap, addizionali e compartecipazioni statali.
Chi vorrà aderire dovrà effettuare i versamenti entro i termini fissati, che non potranno essere inferiori a 60 giorni dalla pubblicazione della decisione dell’ente.

La nuova sanatoria introduce regole rigide per chi non rispetta le scadenze.
Perderà i benefici chi:

  • non paga la prima o l’ultima rata;

  • oppure salta due rate, anche non consecutive.

In questi casi, il contribuente tornerà a dover versare l’intero importo originario, senza più riduzioni né sospensioni delle attività di riscossione.

Secondo la bozza, ogni rata dovrà essere almeno di 100 euro.
Entro il 30 giugno 2026, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione comunicherà a ciascun contribuente:

  • il totale complessivo dovuto;

  • il numero e l’importo delle rate;

  • e le relative scadenze.

Nel corso dell’iter parlamentare, tuttavia, potrebbe essere valutata la possibilità di modificare o eliminare la soglia minima di pagamento.

Condividi
Salta al contenuto