Attenti alle zanzare! Le malattie veicolate da questo insetto causano migliaia di morti ogni anno
Nel momento in cui si parla di “animali letali” l’immaginario collettivo tende a rievocare figure di squali, scorpioni, leoni e belve di questo genere. Potrebbe quindi spiazzare i più il fatto che, dati alla mano, l’animale responsabile del maggior numero di decessi tra gli uomini è un piccolo insetto: la zanzara. La sua letalità è legata prevalentemente alla sua capacità di trasmettere gli agenti eziologici di diverse patologie tra cui si possono annoverare la Dengue, la Zika, La Febbre Chikungunya e la Febbre Gialla.
Senza dubbio però, la patologia principale, responsabile del maggior numero di decessi riconducibile alle zanzare è la malaria. Questa è una malattia infettiva causata da un microrganismo parassita del genere Plasmodium: può essere trasmesso all’uomo solo con puntura di zanzare del genere Anopheles che abbiano precedentemente punto una persona infetta. Il contagio è possibile anche con trasfusione di sangue infetto o con l’utilizzo di siringhe e strumenti infettati. Il parassita iniettato dall’insetto viaggia fin nel fegato, dove può rimanere dormiente per mesi. Una volta maturo, lascia i tessuti epatici e si insedia nei globuli rossi. In questa fase se una zanzara Anopheles punge una persona diventa portatrice del parassita e può trasmetterlo a chi pungerà successivamente.
La malaria è diffusa nei Paesi tropicali e subtropicali. In particolare, la malattia è attivamente diffusa fra la popolazione di molti stati Africani, in alcune aree del Sud America e dell’America Centrale, in Asia (in particolare nel sud-est asiatico).
I tipi di malaria che colpiscono gli esseri umani sono principalmente 4:
Plasmodiumfalciparum, responsabile della malaria maligna o terzana. Insieme al vivax è uno dei parassiti più comuni. E’ il tipo più pericoloso.
Plasmodiumvivax, responsabile della terzana benigna. Insieme al falciparum è uno dei parassiti più comuni.
Plasmodium ovale, responsabile di una forma simile di malaria terzana benigna
Plasmodiummalariae, responsabile della “quartana”. Si presenta con febbre ricorrente.
Esiste poi un altro tipo, il Plasmodiumknowlesi, una specie che provoca la malaria nelle scimmie ed è localizzata nelle aree forestali del sud est asiatico. Ci sono stati dei casi di malaria umana dovuti a questo parassita.
Una delle patologie che ultimamente sono balzate agli onori delle cronache è la Chikungunya. I sintomi cominciano con una febbre improvvisa accompagnata da dolori articolari. Altri sintomi possono essere dolori muscolari, mal di testa, nausea, affaticamento ed esantema cutaneo. Il dolore alle articolazioni risulta debilitante nella maggior parte dei casi, ma di solito dura pochi giorni o qualche settimana.La maggior parte dei pazienti guarisce completamente, ma i dolori articolari possono anche continuare per mesi o per anni. Sono state certificate complicazioni oculari, neurologiche e cardiache, ma anche disturbi gastrointestinali. Nelle persone anziane la malattia può avere sito fatale. Per quanto riguarda le vie di trasmissione,il virus della Chikungunya passa da persona a persona tramite puntura di zanzara femmina infetta: di solito si tratta delle zanzare Aedes aegypti o Aedes albopictus, che possono trasmettere anche la dengue o lo zika. I sintomi solitamente si manifestano entro 4-8 giorni dalla puntura.Non esistono trattamenti specifici, ma vengono somministrati farmaci per i sintomi: antipiretici e antinfiammatori per lenire i dolori articolari, è consigliato il riposo a letto e la reintegrazione dei liquidi. La prevenzione è importante, con repellenti adatti, abiti coprenti, zanzariere per evitare il diffondersi della malattia. E’ importante mettere in atto tutte le difese che normalmente vengono adoperate per evitare di essere punti dalle zanzare.
Il motivo principale per cui la Chikungunya preoccupa gli esperti è che le zanzare tigre, è ormai presente stabilmente nelle zone temperate e quindi anche l’Italia.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”