Bullismo e Cyberbullismo: dati in crescita
Da un’indagine svolta dall’Osservatorio Indifesa 2020, che ha coinvolto più di 6.000 adolescenti, dai 13 ai 23 anni, è emerso come in quest’anno di pandemia il 61% dei ragazzi afferma di essere una vittima di bullismo e il 68% di aver assistito ad episodi di bullismo e cyberbullismo.
Fra le cause principali di questi dati allarmanti troviamo l’isolamento sociale, la didattica a distanza e la perdita della socialità, tutte componenti che stanno provocando una forte demotivazione oltre che un senso di ansia e rabbia nei giovani d’oggi.
Questi risultati destano allarme e spiegano come gli effetti della pandemia e i drastici cambiamenti che questi hanno portato nella vita dei ragazzi siano già oggi drammatici, eppure, ancora oggi, i genitori si preoccupano se i figli escono da soli, non se da soli affrontano il web chiusi nella loro stanza.
La tutela delle vittime attraverso il diritto è importante e la parola chiave resta responsabilità.
Nell’ultimo anno gli episodi di cyberbullismo sono aumentati considerevolmente, anche a causa della chiusura delle scuole che ha determinato una maggiore presenza di ragazzi e bambini sul web. Molti casi di questo odioso fenomeno si sono registrati addirittura nel corso delle lezioni a distanza, poiché la mancanza di un contatto reale con gli altri ha favorito l’emergere dell’aggressività di molti studenti che, sentendosi al sicuro tra le mura domestiche, non hanno esitato a infastidire compagni più fragili. Questa sorta di effetto collaterale della pandemia deve far riflettere ancora di più sull’importanza di educare i più piccoli a un uso corretto della rete. Per prevenire il cyberbullismo, bisogna infatti formare gli studenti al digitale per far capire loro che certi comportamenti sono sbagliati sempre, nella vita reale come in quella virtuale. In questo sia la scuola che la famiglia hanno un ruolo fondamentale.