Costo medio del Conto Corrente 2016: 77.6 Euro
Quanto costa il conto corrente alle famiglie italiane? In media 77,6 euro l’anno, con un aumento di 1,1 euro rispetto all’anno precedente. Meno cari sono i conti correnti bancari online, che hanno un costo di 14,7 euro, e i conti postali, che si fermano a 47,8 euro. I dati vengono dalla Banca d’Italia che ha pubblicato l’Indagine sul costo dei conti correnti nel 2016. L’indagine, spiega Bankitalia, stima la spesa media di gestione di un conto corrente calcolata sull’operatività svolta da un campione rappresentativo di clienti e tenendo conto di oneri e commissioni effettivamente addebitati nel corso del 2016 e documentati negli estratti conto di fine anno.
La rilevazione è stata fatta nel corso di quest’anno su un campione di oltre 14 mila clienti distribuiti su 618 sportelli bancari e 52 sportelli postali; per la prima volta sono stati inclusi 836 conti online, rivolti ciò a clienti che utilizzano in via prevalente canali alternativi allo sportello fisico. Quali i risultati?
Spiega Bankitalia: “Per il 2016, la spesa media di gestione di un conto corrente bancario è cresciuta di circa 1,1 euro rispetto all’anno precedente, attestandosi a 77,6 euro; la crescita deriva dai maggiori canoni per le carte di credito e di debito e dalle maggiori commissioni pagate per le operazioni effettuate; l’operatività media dei conti è lievemente diminuita da 144 a 143 operazioni”. L’aumento del 2016 fa seguito a una fase di progressiva riduzione, che era iniziata nel 2010 e proseguita fino al 2015, durante la quale la spesa è calata del 3,4 per cento annuo per una diminuzione complessiva di 14,6 euro (era pari a 91,1 euro nel 2010). I conti correnti bancari online e quelli postali risultano significativamente meno costosi dei conti correnti bancari tradizionali e pari rispettivamente a 14,7 e 47,8 euro.
Sono dati che incontrano lo scetticismo dell’Unione Nazionale Consumatori. “Aumenti inverosimili. L’indagine evidentemente continua a monitorare solo i costi standard, come i canoni delle carte di credito e debito o le commissioni pagate per le operazioni tradizionali – commenta il presidente dell’associazione Massimiliano Dona – Nel 2016, però, le banche hanno introdotto nuovi balzelli, magari una tantum, contribuzioni straordinarie che non attengono alle spese di scritturazione delle operazioni, come le tasse sui salvataggi bancari. Non possiamo che dedurre che questi balzelli anomali siano sfuggiti alla rilevazione di Bankitalia, altrimenti questo aumento non sarebbe stato così lieve”.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”