L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, AGCOM, con una multa di oltre 2 milioni di euro ha deciso di sanzionare le società Tim, Vodafone, Wind Tre per la modifica dei contratti prepagati al fine di introdurre un servizio aggiuntivo senza il consenso degli utenti.
La modifica dei contratti di offerte ricaricabili, consiste in un addebito di un costo aggiuntivo per permettere agli utenti di poter continuare ad usufruire di chiamate, sms e dati internet quando il credito residuo non è più sufficiente per poter rinnovare l’offerta sottoscritta.
In precedenza quando il credito residuo non era più sufficiente, l’utente semplicemente non poteva continuare ad usufruire dei servizi della propria offerta. Da maggio 2019, invece, in caso di mancata ricarica utile al rinnovo, gli operatori non bloccano più il traffico in uscita, ma attuano un addebito preventivo con un importo variabile in base all’operatore, (di 0,99 centesimi nel caso di Wind Tre e Vodafone e di 0,90 centesimi al giorno per 2 giorni nel caso di Tim). Addebiti che vengono poi detratti non appena il cliente effettua la nuova ricarica, il tutto in assenza di una chiara espressione di volontà da parte dell’utente stesso.
L’AGCOM, in sostanza ha ritenuto fortemente in contrasto, con la normativa di settore, il contenuto di queste modifiche contrattuali apportate dagli operatori.
Secondo l’Autorità la condotta messa in atto non può esser configurata come una semplice modifica unilaterale volta ad adeguare le condizioni contrattuali che non necessitano dell’accettazione da parte degli utenti, garantendo loro il diritto di recesso senza costi aggiuntivi. Ma nel caso specifico, si tratta di un servizio aggiuntivo rispetto a quanto inizialmente previsto nel contratto ed in quanto tale deve essere accettato dagli utenti.