Nuovo DPCM, cosa c’è da sapere
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Lo scorso 24 Ottobre, come ormai molti sapranno, il ventunesimo DPCM dell’era del coronavirus ha visto la luce. Per cercare di contenere la curva dei contagi, un nuovo pacchetto di misure è stato attivato, nella speranza di scongiurare un’altra quarantena che sarebbe fatale per il paese.
Secondo le norme dell’ultimo DPCM – le misure saranno attive dal 26 Ottobre fino al 24 Novembre -si fermano gran parte delle attività del tempo libero e del divertimento ma vengono preservati lavoro e scuola. Non è limitata la circolazione delle persone, ma il governo lancia una “forte raccomandazione” a evitare gli spostamenti non necessari. I ristoranti, i bar, i pub, le gelaterie e le pasticcerie possono rimanere aperti dalle ore 5 alle 18. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico ma resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti. Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nonché, fino alle ore 24, la ristorazione con asporto ma sempre con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Per quanto riguarda le altre attività commerciali, i saloni di bellezza, i parrucchieri e i barbieri rimangono aperti, così come i negozi al dettaglio come calzature, abbigliamento, accessori, librerie, profumerie restano aperti senza limiti d’orario, ma devono rispettare le regole: dalla distanza di un metro agli ingressi dilazionati dei clienti. La novità è nel passaggio in cui il governo chiede agli esercenti che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni. Gli stop veri e propri riguardano le cosiddette attività del loisir: rimangono aperti solo i musei, mentre teatri, cinema e sale concerto chiuderanno, purtroppo, di nuovo i battenti. Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, centri culturali, centri sociali e centri ricreativi. Resta la possibilità di svolgere attività sportiva di base e attività motoria in genere purché all’aperto presso circoli sportivi, pubblici e privati, senza creare assembramenti e rispettando le distanze.