Presentati al sana i nuovi dati sull’andamento del biologico in Italia
Lo scorso 8 settembre sono stati presentati al SANA (Salone internazionale del biologico e del naturale) di Bologna i dati riguardanti l’andamento del biologico in Italia nel 2016.
Numeri che riportano crescite a due cifre sia per quanto riguarda la produzione agricola che i consumi, confermando ancora una volta che il settore gode di ottima salute. I numeri sull’agricoltura biologica, raccolti dal Sinab (Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica) mostrano una crescita del 20% sia per quanto riguarda le superfici che gli operatori. Il settore interessa quasi 1.800.000 ettari, corrispondenti al 14,5% della superficie destinata a uso agricolo. Le aziende sono oltre 70mila, il 4,4% delle aziende agricole italiane.
La regione in cui si trova la maggior estensione è la Sicilia, seguita da Puglia e Calabria: nel complesso ospitano quasi la metà della superficie coltivata a biologico. Per quanto riguarda gli orientamenti produttivi, la maggior estensione è destinata a colture foraggere (19%), prati e pascoli (18%) e cereali (17%). Seguono l’olivo, il pascolo magro e la vite. Gli ortaggi occupano solamente il 2,4% della superficie, estensione che però nel 2016 ha visto una crescita del 48%.
Per quanto riguarda i consumi, nel 2016 le vendite di prodotti biologici, considerando tutti i canali, hanno raggiunto i 3 miliardi di euro, con una crescita del 14% sull’anno precedente; crescita che sale al 20% se consideriamo solo la grande distribuzione organizzata. Questa tendenza si conferma – anche se un po’ rallentata – nel primo semestre del 2017. L’incidenza dei prodotti bio è pari al 3% circa sul totale dell’agroalimentare. Fra gli alimenti più venduti troviamo uova (12 uova su 100 vendute sono biologiche), gallette di riso e pasta. È stato notevole però nel 2016 l’incremento di carne e vini, settori quantitativamente poco importanti, ma cui si riconosce una forte potenzialità di crescita. Interessante anche la crescita di frutta, ortaggi, latticini e grassi da condimento. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il 65% degli acquisti bio è stato fatto al nord, il 24% al centro e solo l’11% al sud.
Tra i motivi di questa crescita, Antonella Giuliano di Ismea sostiene che “i nuovi trend del settore alimentare non sono legati a bisogni, ma riguardano in particolare il desiderio di benessere. I consumatori cercano un cibo che renda felici. Le attese nei confronti dei prodotti alimentari riguardano aspetti come salute, sostenibilità, novità e autenticità, tutti valori che il biologico va a soddisfare.”
I numeri dell’osservatorio Sana, curato da Nomisma, e basato sulle interviste fatte a 850 italiani, confermano questa tesi. Gli aspetti che orientano i consumatori negli acquisti – in base alle loro stesse dichiarazioni – vedono al primo posto i benefici per la salute, seguiti da rispetto per l’ambiente e semplicità delle ricette. Il numero di chi acquista prodotti biologici è in continuo aumento: hanno fatto questa scelta almeno una volta, nel 2016, il 78% delle famiglie italiane. Per chi vede nel biologico una filosofia di sviluppo, il fatto che una famiglia abbia almeno una volta acquistato un prodotto da agricoltura biologica può sembrare poco rilevante, ma certamente indica una sempre maggior diffusione di una categoria di alimenti fino a pochi anni fa considerata di nicchia. D’altra parte il 60% degli acquirenti del bio (corrispondente al 47% delle famiglie italiane) consuma alimenti biologici almeno una volta alla settimana, dimostrando un elevato grado di “affezione”.
Secondo i dati dell’osservatorio Sana, otto famiglie italiane su dieci hanno acquistato almeno una volta nell’ultimo anno alimenti 100% vegetali, quota che sale al 99% fra i consumatori di prodotti biologici. Quali sono i piatti più gettonati? Piatti pronti, bevande vegetali, prodotti panati e sostituti del formaggio. Queste preferenze mettono in evidenza una contraddizione che sembra comune al mercato degli alimenti salutistici: gli italiani dichiarano di preferire prodotti sani, con un’elevata componente vegetale e ricette semplici, ma prediligono i piatti pronti (in aumento da un paio d’anni), le cui liste degli ingredienti non sono sempre apprezzabili, o per lo meno sono piuttosto lunghe e complicate.