Pubblicità: per i consumatori è poco realista e troppo ingannevole
Lo abbiamo sentito dire spesso: la società si adatta in fretta ai cambiamenti ed è spesso più “al passo coi tempi” dei governi. Quello che non ci aspettavamo è che il sentire comune corre anche più velocemente della pubblicità. A svelarlo è la global survey “Women&Diversity”, una ricerca condotta da Nielsen su 31mila persone in 63 Paesi, che racconta come i consumatori moderni vorrebbero che spot e immagini pubblicitarie mostrassero un mondo più multietnico e aperto.
Due le macrotendenze registrate. Da un lato i consumatori, spiega l’indagine, sono sempre più sensibili alle rappresentazioni della diversità in pubblicità e sulle confezioni dei prodotti. Dall’altro, concetti come trasparenza e sostenibilità influenzano in quasi tutto il mondo la scelta di sostenere o meno un brand. E gli italiani in questo non fanno eccezione.
Quasi 4 su 10 vorrebbero che la pubblicità mostrasse famiglie più moderne, multietniche, con genitori single, dello stesso sesso o multigenerazionali. A sostenerlo è il 38% degli intervistati, un dato superiore alla media europea, ferma al 32%, e a quello di Francia e Germania che sono al 33%. Non solo: il 31% degli italiani ritiene importante che le campagne di advertising e le confezioni dei prodotti rappresentino orientamenti e identità sessuali diverse (omosessuali e transgender). La media europea scende in questo caso al 26%, influenzata negativamente da Paesi più conservatori come la Russia, la Turchia e gli Stati dell’ex Urss.
Questo atteggiamento si traduce anche nei comportamenti d’acquisto. Il 46% degli italiani si dichiara propenso ad acquistare un brand che viene comunicato attraverso pubblicità e packaging in cui compaiono persone di background, culture ed etnie diverse. Circa un italiano su due è più propenso a comprare prodotti di marche pubblicizzate attraverso una comunicazione attenta al tema della diversità e delle minoranze, e per il 48% delle persone interpellate le pubblicità o le confezioni che mostrano persone con abilità fisiche o mentali diverse hanno un impatto positivo sull’acquisto di quella marca.
La voglia di vedere rappresentate persone e situazioni più aderenti alla realtà emerge da altre risposte. Se qualche anno fa l’occhio dei consumatori era attratto da immagini perfette e patinate, dove giocava un ruolo importante il fotoritocco, oggi per circa 4 italiani su 10 l’immagine dell’individuo giovane, atletico e bello non è più un must in pubblicità. Più in generale, il 40% degli italiani si dichiara d’accordo con l’opinione che le comunicazioni commerciali dovrebbero mostrare più spesso persone con tipi di corporatura diverse, e la stessa percentuale di intervistati è d’accordo nel dare spazio anche a persone più anziane in Italia.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”