Trasparenza tra clienti e banca: serve più chiarezza
È giunta al termine, con la recente approvazione del documento conclusivo, l’indagine conoscitiva sulla semplificazione e sulla trasparenza nei rapporti con la clientela, promossa dalla Commissione parlamentare per la semplificazione, in ambito bancario, finanziario ed assicurativo. Nel corso di poco più di sei mesi la Commissione ha proceduto all’audizione di una vasta platea di soggetti, in rappresentanza dei consumatori, del mondo bancario finanziario ed assicurativo, degli ordini professionali e delle istituzioni di controllo.
(Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip) Sono stati affrontati ambiti tematici di assoluta attualità, in tempi di crisi economica e di scandali finanziari, quali la complessità delle regole, l’efficacia dei controlli e degli strumenti di protezione della clientela. Ma anche, e soprattutto, l’importanza, per la collettività, delle iniziative di educazione finanziaria. Dall’indagine è emerso un quadro problematico a causa dei seguenti fattori: proliferazione normativa eccessiva e sovente mal coordinata, documentazione ipertrofica a scapito della reale comprensione da parte dell’utente, tecnicismo economico inevitabile e scarsa alfabetizzazione finanziaria di chi investe. E ardua è parsa una razionalizzazione legislativa, perché i contrapposti interessi da bilanciare sono molteplici e difficilmente componibili. Più in dettaglio, si è detto che l’evidente ipertrofia normativa, per lo più di matrice europea, ha imposto agli intermediari finanziari nuovi adempimenti in materia di trasparenza che, nella loro declinazione pratica, si so-no tradotti in una proliferazione eccessiva di documenti e moduli da fornire alla clientela. Tale circo-stanza, inevitabilmente, è destinata a mortificare i basilari principi di trasparenza e chiarezza per cui erano stati ideati. Le Associazioni dei consumatori hanno rilevato che l’offerta di strumenti finanziari complessi ha condotto alla moltiplicazione delle competenze di più Autorità di vigilanza, talora non adeguatamente coordinate. Da ciò l’avvertita necessità di una migliore razionalizzazione delle informazioni da rivolgere alla clientela, di una maggiore vigilanza sulle modalità con le quali le informazioni vengono rese e di un sistema realmente efficiente di sanzioni. Nello specifico, nei mercati bancario e assicurativo i casi di asimmetria informativa sono frequenti: ad esempio, il cliente può non disporre di quelle informazioni che lo mettano in grado di valutare se un certo prodotto, pur corrispondente alle sue esigenze, sia effettivamente il migliore disponibile sul mercato a quel prezzo. È per porre riparo ad asimmetrie di questo tipo che si impongono obblighi agli operatori professionali at-traverso la disciplina della trasparenza. Quest’ultima tuttavia, se eccessiva, diviene controproducente. Se la documentazione che accompagna un prodotto finanziario è troppo corposa, scritta con un linguaggio tecnico-giuridico comprensibile solo da specialisti, magari con l’obiettivo di sgravarsi di responsabilità piuttosto che di illustrare ciò che è utile per i clienti, allora la trasparenza si trasforma in una beffa. La normativa europea non è estranea a questa deriva. Essa è divenuta estremamente dettagliata e specifica: da un lato la si è resa così più coerente con il Mercato Unico, dall’altro essa lascia poco margine di adatta-mento ai diversi contesti nazionali ed è poco comprensibile dai clienti finali. È possibile che gli operatori prestino alle norme un’adesione meramente burocratica, senza alcun effettivo vantaggio per gli utenti. Un altro pericolo è la frammentazione delle tutele, secondo logiche che per il cliente non è facile comprendere. Recentemente un’iniziativa congiunta della Banca d’Italia e dell’IVASS, rivolta sia alle banche e agli intermediari finanziari sia alle imprese assicurative, ha cercato di promuovere una maggiore attenzione effetti-va alle esigenze unitarie del cliente.