Un aiuto nel decreto: nuovo stop alle cartelle esattoriali
Con il decreto appena varato (18 Ottobre), ci saranno nuove risorse per l’economia, la salute e il lavoro, con altri 39 miliardi e 50 miliardi di investimenti di qui al 2035 che si affiancheranno al Recovery fund. Riconoscendo la situazione estremamente difficile nella quale versa la popolazione italiana e temendo un aumento della tensione sociale, il governo ha anche decretato un altro stop alla riscossione e all’emissione delle cartelle esattoriali per tutto il 2020, insieme ai pagamenti e ai pignoramenti. La data per la ripresa della riscossione, infatti, era prevista il 19 ottobre e avrebbe bussato alla porta di oltre 9 milioni di italiani.
In particolare, il nuovo decreto sospende ulteriormente i versamenti delle cartelle che sono già arrivate ai destinatari e blocca ancora una volta gli atti pronti a essere spediti con il riavvio dell’attività di riscossione e gli avvisi esecutivi. Quindi vengono ulteriormente allentate le maglie delle rateizzazioni: passa infatti da 5 a 10 il numero delle rate mancanti, anche non consecutive, dopo le quali viene negata la dilazione dei versamenti. L’agente riscossore avrà poi un anno di tempo in più sia per notificare le cartelle sospese che per comunicare l’inesigibilità agli enti creditori. Stiamo parlando di numeri variegati, ma presenti in ogni fascia di reddito: su 8,9 milioni di cartelle che si sono accumulate sino a oggi, ben 6,5 milioni, il 73% del totale, hanno un importo che non supera i 1.000 euro, 1,5 milioni sono comprese tra 1.000 e 5 mila euro e solo 880 mila superano questa soglia: 1,6 milioni riguardano cittadini del Lazio, 1,1 milioni la Campania e 961.000 la Lombardia.
Sicuramente una buona notizia per molti consumatori e cittadini che già ora, fra le mille difficoltà date dalla pandemia e dalla confusione che circonda i (fin troppo) numerosi DPCM, faticano ad uscire dalla crisi innescata dalla quarantena di Covid-19. Rimane da vedere se i decreti e le misure del governo riusciranno a scongiurare una crisi economica alle porte e a riportare un po’ di stabilità al paese.
Un altro rinvio è stato deciso per la Plastic e la Sugar tax, che verranno rinviate al 1 Luglio 2021, facendo mancare allo stato quasi 500 milioni di incassi, ma non gravando ulteriormente sulle aziende e le attività, già stremate dalla situazione.